Kurt Diemberger è l’unico alpinista vivente ad aver all’attivo due prime ascensioni assolute di cime oltre gli ottomila metri. E’ conosciuto anche come “il cineasta degli ottomila”, per i numerosi film realizzati in Himalaya.
Kurt Diemberger è l’unico alpinista vivente ad aver all’attivo due prime ascensioni assolute di cime oltre gli ottomila metri. E’ conosciuto anche come “il cineasta degli ottomila”, per i numerosi film realizzati in Himalaya. Nel 1957, con Hermann Buhl e altri due compagni, conquistò senza portatori d’alta quota e senza respiratori, il Broad Peak, introducendo in questo modo lo stile alpino in Himalaya. Nel 1960 conquistò il Dhaulagiri, la cima più alta mai raggiunta – in prima assoluta – senza uso di ossigeno. Dopo una pausa di 18 anni, dedicati a viaggi avventurosi nel mondo, nel 1978 Diemberger ha raggiunto, nella primavera 1978, la cima del Makalu (8481 metri) e in autunno quella dell’Everest (8848 metri), realizzando il primo film in sonoro sincrono della storia della vetta. Ha poi salito il Gasherbrum II (8035 metri) ed è tornato sulla vetta del Broad Peak dopo 27 anni dal giorno che lui stesso ne conquistò la cima fino ad allora inviolata. È stato ripetutamente sul K2, dove ha realizzato quattro film. Nella leggendaria catena dell’Hindukush ha legato il suo nome alla prima ascensione di vari seimila e settemila.
Col suo precedente libro “K2, il Nodo Infinito”, in cui racconta la tragedia sul K2 quando nella bufera persero la vita Julie Tullis ed altri quattro alpinisti, ha vinto il massimo premio della letteratura di Montagna: il Premio Itas 1989. Col suo primo libro, invece, “Tra Zero e Ottomila” ha raggiunto la nomination per il Premio Bancarella. I suoi libri sono oggi tradotti in oltre 15 lingue e sono riconosciuti come i migliori esempi di una letteratura di montagna a firma di una penna unica e rara.
Una riflessione sui sensi che guidano gli scalatori. Un racconto di grandi imprese sugli Ottomila, emozioni intense e travolgenti di tutta una vita vissuta in quota.